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Agromafie: la filiera della criminalità in tavola

Verona, 11 novembre 2021. Negli ultimi anni, anche a Verona e provincia, è emersa la presenza di persone collegate a gruppi criminali di tipo mafioso, in particolare nel settore economico locale. A fronte di questa situazione, la Camera di Commercio di Verona con le Associazioni di categoria del territorio veronese e i rappresentanti dell’associazione Avviso Pubblico contro mafie e corruzione, ha attivato un articolato progetto di prevenzione, costituendo la Consulta della Legalità. La Consulta della Legalità rappresenta un importante strumento per la tutela delle imprese veronesi che si stanno comportando in modo corretto rispetto a quella minoranza che opera illegalmente e danneggia la concorrenza. Continua la serie di interviste ai rappresentanti delle associazioni di categoria con il Presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini.

Come difendere la produzione italiana dalle falsificazioni e contrastare la penetrazione degli interessi mafiosi in un comparto di vitale importanza per l’economia veronese che vale 1 miliardo di euro?

Dal campo alla tavola, le agromafie sviluppano un business da 24,5 miliardi che minaccia di crescere mettendo le mani su un tessuto economico indebolito dalla crisi determinata dall’emergenza coronavirus che ha coinvolto ampi settori della filiera agroalimentare. La malavita si appropria di vasti comparti dai campi agli scaffali, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta. Allo stesso tempo compromette in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. È necessario stringere le maglie ancora troppo larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare approvando al più presto le proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso da Coldiretti.

Tra le voci in attivo del bilancio delle agromafie non può essere dimenticata la contraffazione, che impatta anche sulla sicurezza alimentare.

Il patrimonio agroalimentare nazionale, che vale 538 miliardi di euro e offre milioni di posti di lavoro e che nel 2021 si avvia a segnare il record storico delle esportazioni a oltre 50 miliardi di euro dopo i terribili mesi dell’emergenza Covid, è messo a rischio dall’epidemia di falsi e tarocchi. È il cosiddetto italian sounding che vale oltre 100 miliardi di euro per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Più di due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale, togliendo opportunità economiche e lavorative al nostro Paese. Anche le vendite online del food risentono di questo andamento: tra merci contraffatte e prodotti che non rispecchiano le caratteristiche descritte negli annunci, ogni anno la falsificazione on line cresce ad un ritmo di circa il 16% annuo a livello mondiale.

Come si può contrastare il fenomeno del caporalato, sostenendo i lavoratori ma anche le aziende agricole sane?

Il caporalato è una forma illegale di reclutamento e organizzazione da parte della criminalità organizzata della manodopera nel lavoro dipendente, sanzionata dagli ordinamenti di vari Stati del mondo, Italia compresa. La Coldiretti ha sviluppato diverse iniziative sia in ambito nazionale che locale per contrastarlo. Innanzitutto, monitorando il problema, attraverso l’Osservatorio sulle Agromafie che ho già citato; sviluppando accordi di filiera improntati alla sostenibilità etica, economica, ambientale; promuovendo l’integrazione dei lavoratori, determinando l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Tutto questo però ha bisogno dei controlli. Lo Stato deve essere parte attiva nel combattere questa piaga sociale e nel sostenere le imprese danneggiate dalla concorrenza sleale di chi opera nell’illegalità. Il caporalato si combatte anche assicurando alle imprese agricole che i propri prodotti siano pagati il giusto prezzo perché una impresa agricola economicamente “sana” è una impresa che potrà essere meno permeabile a forme di sfruttamento lavorativo. In questo senso è positiva la recente approvazione del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo che introduce norme severe per reprimere le pratiche commerciali sleali (tempi dei pagamenti certi, eliminazione aste doppio ribasso, prezzo del prodotto non inferiore al costi di produzione, contratti scritti,) tutelando le imprese agricole soprattutto dalla grande distribuzione organizzata.

Nella provincia di Verona Coldiretti è parte attiva nello sviluppo della bilateralità tra le parti sociali firmatarie del contratto di lavoro provinciale per gli operai agricoli e florovivaisti, con l’Ente Bilaterale per l’Agricoltura Veronese è stata siglata una convenzione con Veneto Lavoro per agevolare l’incontro domanda e offerta di lavoro con canali trasparenti e sicuri al fine di togliere ossigeno alle attività di intermediazione illecite o al limite.

Webinar del 15 novembre 2021 della Consulta della Legalità dalle Camera di Commercio di Verona su Agromafie ed Ecomafie