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Il Presidente Riello sulla riforma camerale

17/08/2017

Verona, 16 agosto 2017 - Senza alcun dubbio una riforma era necessaria per le Camere di Commercio che vorrei ricordare esistono in forma di aggregazione delle attività produttive e con lo scopo della regolazione del mercato, fin dal Medioevo. Furono riconosciute nel 1862 dalla legge di riordinamento generale e divennero una realtà importante anche per la nascita del primo Registro delle ditte.

Non tutti hanno saputo gestire bene queste storiche istituzioni ed infatti la riforma prevede l’aggregazione di quelle camere di commercio non solo più piccole ma anche con i  conti non in regola.

Fortunatamente la Camera di Commercio di Verona è stata nel tempo sempre gestita bene,  rispettando i parametri di economicità imposti dalla legge.

Verona è tra le prime camere in Italia per numero di imprese (oltre 115.000) e sicuramente tra le prime per iniziative di sviluppo e investimento sul proprio territorio a favore delle attività economiche. Le entrate delle Camere sono perlopiù costituite dal così detto diritto camerale versato dalle imprese del territorio operative in ogni settore economico,  dall’industria all’artigianato all’agricoltura al commercio . Una parte di queste entrate serve a gestire il Registro Imprese  riconosciuto in tutto il Mondo come  il sistema più avanzato che consente ad ognuno di acquisire in tempo reale tutte le informazioni relative ad ogni impresa presente sul territorio nazionale.

Oggi le moderne camere di commercio sono di fatto controllate dalle categorie economiche, che ne designano gli amministratori (che svolgono i loro compiti in piena gratuità) e che ne determinano quindi le attività di redistribuzione delle  risorse attraverso investimenti a favore delle piccole e medie imprese, sostegno al credito, attività economiche di promozione in Italia ed all’estero. Tutte o quasi  le entrate annuali vengono redistribuite sul territorio, anche sotto forma di servizi,  per supportare e migliorare la nostra economia locale.

Anche quest’anno nonostante i tagli alle entrate la Camera di commercio di Verona ha investito in contribuzione diretta alle aziende  oltre 2 milioni di euro e negli ultimi 10 anni oltre 50 milioni di euro.

La riforma ha in qualche modo ridisegnato l’Italia premiando chi aveva fatto bene nel tempo: infatti il Veneto, che è una delle regioni con maggior attività economiche di tutto il Paese, rimane con ben 5 camere di commercio su 7 Province, un risultato che dovrebbe renderci fieri per quello che si sta facendo.

Verona è stata tra le prime in Italia (ancora prima della riforma) a mettersi in regola intervenendo ulteriormente al fine di ottimizzare la propria gestione, cedendo la propria azienda speciale, dismettendo e vendendo tutte la partecipazioni che non avevano più diretta attinenza con la Mission delle Camere. Recentemente abbiamo venduto la nostra partecipazione in A4 e  la plusvalenza creata ha contribuito a finanziare  un bando per l’innovazione  e uno per l’internazionalizzazione a favore delle aziende più piccole. Non bisogna dimenticare che la Camera di Verona, nell’ambito della più vasta attività di regolazione del mercato, gestisce la Borsa Merci per la definizione dei prezzi di importanti produzioni agroalimentari e inoltre ha negli anni sostenuto il rilevante indotto economico per la città e la provincia derivante dalle attività della Fondazione Lirica  finanziandola per oltre 20 milioni di euro. Quest’anno è stato  inoltre concretizzato un altro rilevante intervento per  ulteriori 1,5 milioni di euro a sostegno di due importanti attività quanto mai attuali: il supporto e la sensibilizzazione delle imprese nel campo della  digitalizzazione al fine di coglierne appieno le opportunità e la gestione e piena applicazione dell’alternanza scuola lavoro con l’obiettivo di perseguire un proficuo incontro tra imprese e mondo della scuola a vantaggio della formazione e delle possibilità di occupazione dei nostri ragazzi.

La Camera di commercio certamente non è un Partito Politico, è la rappresentanza dell’economia locale e da essa è controllata e misurata nei risultati e nelle attività.

Il nostro obiettivo e il nostro fine è il supporto allo sviluppo dell’economia del territorio,  in sinergia con le rappresentanze economiche, attività che deve necessariamente trovare continuità negli anni adeguandosi con rapidità ed efficacia alle mutevoli condizioni dei mercati e alla evoluzione della società.

La collaborazione con gli enti locali ne costituisce un fattore importante, indipendentemente dalle colorazioni politiche,  nel pieno rispetto delle competenze proprie di ognuno e senza  prevaricazioni o ”invasioni di campo” . Sono certo che ogni amministratore pubblico sia consapevole di questa condizione e che quindi anche per il futuro saremo tutti animati da uno spirito collaborativo teso alla condivisione di un concreto operare capace di riproporre nel tempo le condizioni per una crescita che negli anni ha fatto del nostro territorio,  nonostante le difficoltà emerse nella recente crisi che oramai confidiamo di esserci lasciata alle spalle,  uno dei primi poli di sviluppo nazionale.

Per quanto mi riguarda riconfermo il massimo impegno mio e dell’Ente camerale in questo percorso nella consapevolezza che il nostro operare avrà come primo e unico riferimento,  nel rispetto delle leggi, le nostre imprese vere artefici dei risultati economici raggiunti  a cui la Cciaa anche per il futuro saprà fattivamente contribuire .

 

                                                                                                                      Giuseppe Riello

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