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Export nei primi nove mesi dell’anno: crescita dell’1,4%. Continua il boom in Russia e in Cina, corrono macchinari, abbigliamento, termomeccanica ma frena l’agroalimentare e continua la flessione del marmo

Verona, 12 dicembre 2018. Rallenta la crescita delle esportazioni veronesi che registrano un +1,4% nei primi nove mesi dell’anno a 8,5 miliardi di euro. Dopo un semestre dalla crescita simile, +1,6%.

Continua il boom in Russia e in Cina, corrono macchinari e abbigliamento, continua il recupero della termomeccanica ma frena l’agroalimentare e prosegue la flessione del marmo. Tra i principali mercati di riferimento, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, portano il segno rosso, mentre crescono Francia e Spagna. 

“La performance modesta rispetto al Veneto, +2,9%, e all’Italia, +3,1%, non induce ad essere ottimisti sulla attuale congiuntura economica tanto più se si considera il recente ribasso del Pil – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Riello - conforta la multisettorialità su cui poggia la capacità del nostro territorio di affrontare l’ambivalenza dei cicli economici. Per l’alimentare che arretra del 2,1%, il vino in calo del 2,6% e l’ortofrutta del 5,5%, abbiamo i macchinari che crescono dell’8,3% e si difendono bene anche l’abbigliamento in aumento del 10,1% e le calzature del 3%. Bisogna poi ricordare che l’export di vino cresce ininterrottamente dal 1993, tranne un anno, il famoso 2009. L’ortofrutta poi, pur essendo in contrazione, ha perso meno degli altri competitor italiani, Bolzano e Bari, e da terza in Italia per volumi di export Verona è diventata prima provincia esportatrice. Preoccupa, invece, il marmo, in flessione del 14% che già da qualche trimestre perde quote di mercato estero”.

L’agroalimentare rimane sempre il primo comparto dell’economia veronese con il 25,9% di quota sul totale export. I macchinari pesano per il 20,8% in leggero aumento e il tessile abbigliamento più le calzature quotano un 13,1%. Continua la ripresa della termomeccanica che cresce del 15,9% a 115 milioni di euro.

Quanto ai mercati di destinazione “si consolida la presenza nel Nord e nell’Est Europa, crescono Polonia (3,6%), Belgio (7,5%) ma anche Russia (+5%) e Paesi Bassi (+15,6%), – continua Riello – mentre sono ancora in calo il Regno Unito del 1,8%% e gli Stati Uniti del 5,7. Per la prima volta le nostre imprese perdono terreno anche in Germania, nostro primo partner commerciale (-3,4%). Un calo preoccupante perché si tratta di economie in crescita, forse dovuto al protezionismo degli Stati Uniti e alla Brexit. Conforta l’aumento del 2,7% nei Paesi oltre i nostri primi dieci mercati di riferimento, un segnale della mobilità delle nostre imprese che iniziano a diversificare i rischi su più aree geografiche. Ottima la performance anche in Cina (+11%)”.

Nella top ten dei mercati di destinazione delle merci scaligere, la Germania si conferma il principale partner commerciale scaligero con 1,4 miliardi di euro di export, il 3,4% in meno dei primi nove mesi del 2017: pesa per il 16,4% sul totale complessivo delle vendite estere. E’ seguita dalla Francia che pesa per il 9,4% con 797,7 milioni di euro di export, l’8,1% in più del corrispondente periodo 2017.

Il Regno Unito, pur segnando il passo, rimane al terzo posto con 504,7 milioni mentre la Spagna continua la sua crescita con un 13,7% in più a 485 milioni di euro. Anche Austria e Svizzera segnano un rallentamento significativo, mentre Polonia, Belgio e Russia sono in crescita.